Valerio Negrini

Biografia
(From Negripedia, la conoscenza oltre se stessa)

Valerio Negrini (Bologna. 4 maggio 1946) da Luciana, casalinga e Cesare, ex capo partigiano, nome di battaglia Rino, in seguito mite rappresentante di dolciumi e prodotti per gelati artigianali.
Sullo sfondo un fratello minore, Roberto,(1958) nickname Lothar von Luxifer. Egli, dopo aver sostenuto da adolescente un solido apprendistato in campo esoterico e dopo intensi e a volte spassosi rapporti con varie etnie di extraterrestri e affini, si è costruito, in età adulta, chiara fama di scrittore e divulgatore nell’area spinosa e controversa del Neopaganesimo.

Valerio Negrini Ha tre figlie: Alice (1979), Linda (1990) e Ginevra (2006) E’ sposato con Paola (1969).


L’INFANZIA


V.N. frequenta con successo asili comunali, scuole dell’obbligo e, mandando quasi sul lastrico i genitori, si iscrive a un avveniristico quanto truffaldino istituto privato per interpreti, madre lingua e padre ignoto; il quale comunque, con stentata soddisfazione della famiglia, gli consentirà di farsi crescere i capelli oltre legge, snocciolarsi dentro il bossolo della Beat Degeneration e incidersi nel DNA il Pop Anglosassone (i mitici anni Sessanta) fino al punto, fattosi batterista e cantante, di fingersi britannico per rimorchiare di più.


FINE DELL’ INFANZIA ED ESORDI


V.N Riesce ad inserirsi in un’orchestra da ballo che allieta varie umanità a Bologna City e poco oltre. Oltre all’onore di salir su un palco, agitare maracas, percuotere lunghe tumbe e cantare malissimo bellissime canzoni di moda, V.N eredita l’enorme uniforme a lustrini del defunto capo orchestra, uomo, da vivo, più alto di lui di circa un metro.
Mamma Luciana, esperta sarta, risolve il problema.

V.N, finalmente, appartiene ad una band

Nome della band: The Golden Star.


ALTRE SPIAGGE


V.N è ormai in grado di dialogare con un tamburo senza tranciare tarsi e metatarsi imitando Charlie Watts dei Rolling Stones.
Incontra tramite amici il conte Mauro Bertoli Zini (1944) nome d’arte di Bertoli Mauro, come lui psudoliceale ma dotato di nonna abbiente e generosa, titolare di tabaccheria di lusso sui precolli bologensi. La signora forse per evitare degenerazioni generazionali, visti i tempi, ragiona da nonna emiliana DOC. Considerata la compulsiva frenesia del nipote di far musica anche su mezzi pubblici, con capacità di radunare adepti di ignota estrazione, gli dona un bel giorno di primavera, la mitica chitarra Fender Stratocaster e annesso amplificatore con tremolo e riverbero, (La Rolls Roys di allora). Il finto titolo nobiliare, Conte etc, se lo inventarono due anni dopo, i media pecorecci dell’epoca a caccia di scoop inesistenti sulle nascenti rockstars cisalpine. (Mi faccia causa chi afferma che sto mentendo!).
Nell’estate 1964 tre reltà s’intrecciano in città; I Golden Stars razzolanti in feste dell’uva, in più profonde cantine il progetto Jaguars, Bertoli, Negrini e chiunque altro con uno strumento in mano. Un contratto stipulato per la stagione invernale e nel mezzo un estate al mare.
Si aggira per Bologna un musicista culturista giornalaio e stracciamutande, il Beppe Maniglia, il martello di Dio. Egli si dichiara chitarrista, racimola, sa solo lui come, l’impianto di diffusione sonora più potente del nord-est e ingaggia i più promettenti beoti del bit padano. Costoro, compresi il Negrini, il Bertoli e altri si ritrovano supporters per pochi minuti ogni sera della giustamente mitica orchestra Paolo Zavallone, ai tamburi Gianni Cazzola,una macchina da guerra. Guest star contrabbasso e voce Nico Fidenco. Come tentare di qualificarsi con una Smart a Indianapolis! Dove sono le fogne per le vergogne? Per una settimana V.N in procinto di esami, viaggia ogni notte sul sellino posteriore dello scooter del maggiorenne Charly, reggendo la custodia del di lui contrabbasso, quando ancora l’autostrada A14 non c’era, Bologna-Cattolica-Bologna, il festival dell’anfetamina.
Poi viene l’autunno, il circolo Dipendenti Comunali (locale sotterraneo ma non troppo), la cuccia, il primo domicilio del beat bolognese.


CREDITS


A parte la mitica Nonna di Mauro che finanziò alla band anche il primo veicolo con cui spostarsi, nominiamo con affetto e rispetto chi salì, scese o cadde dal carrozzone nell’anno che seguì:
Bruno Barraco, Graziano Giacomoni, Gilberto Faggioli, Vittorio Costa.
E in breve senza scapicollarsi in contorte allusioni, fu subito POOH.

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Grazie per il tuo messaggio, verrà letto al più presto.
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