Sara’ per te
Sará per te ogni guarigione da un vecchio malanno E ogni nuova canzone ogni prossimo anno Sará per te l’ avventura che propone una sfida Ma occhio alla coda Che in nessuna porte che sbatte si chiuda Che sempre e per sempre di piú mi succeda Di sognarti e dipingerti nuda! Sará per te questa vita che piú sbaglia piú riesce questa voglia che piú invecchia piú cresce Sara per te questa corsa nei sacchi sul mondo Che pattinando sui sassi ridiamo cadendo Sará per te il mio pistone del cuore Darti ragione sa hai torto, buffone d’amore Ma é una partita a ping pong ogni mia gelosia se tu tirassi e io no, mai saresti piú mia Ma sono un arco diritto che adora l’opposto Sogno un felice Natale ogni Quindici Agosto
Saffiche di vento
La poesia non é un’arte nobile é un instabile malattia sparge la foglia agonizzante su una compagna disabile in amore la spoglia in modo ilare e volgare lei che sognava il bagno invece d’asciugarsi il cervello In quel cazzo di stupido mare Dove l’aria ti fischia in mezzo al naso Dice la santa lesbica a ció che resta di una madonna da buttare via Il fegato l’ho speso Per cucinarti curry e fantasia E poesia vuol dir spaccarci il cuore Facendo finta di chiamarci amore L’oro é finito, respiriamo yprite Scusami amore mio, siamo finite Noi con le nostre code di sirene Stelle e catene, bamboline oscene La poesia ogni tanto non fa bene Ma siam ragazze pazze e non balene Tracanniamo rancori e vino rosso Fiorellini e sassi aguzzi Per piangersi addosso La poesia é un osso per tutti i cani ll fosso dei suicidi. Tutti han paura di VIRGINIA WOOLF
Di qualunque amore possibile
Quando l’aria sará bella dopo quella cattiva quando avremo pagato la cuenta quel giorno stai pronta per tutti i piú grandi Me Stessi Tra parole scomposte, tombini inciamposi e scorregge tonanti che gli gnomi e i giganti, i playboys, i pagliacci che io intérpreto e sono, perdano un capello per ogni mia vergogna, Io, rogna della mia storia, inossidabile bestia sfigata quasi indegno di perdóno o memoria parando un rigore imparabile ho imparato a imparare Lascia pure che tutti i Me che puoi nutrire sbuffoneggino, yes, tra gloria, dolore e concerti Certi pazzi sanno amare di ogni amore possibile! Ho capito il tuo sonno da sposa, bellezza profonda non sfondar materassi non slegare la strega di notte. Il tuo bel dormire va visto da sveglio che bella rarissima cosa! Chi chiede di meglio? E quindi sputiamo piú fiato, soffiando nell’aria sbrodolando pensieri, i piú molli e i piú duri e a sbriciolarsi sia solo e soltanto la disattenzione in amore Spacca la cinghia, che mi crolli il balcone del cuore togli tutto quel tot che non serve che rimanga lo spazio per vivere senza morire ed io balleró tutto il ballabile e pensando per te l’impensabile ti ameró di qualunque mio amore possibile!
E’ Nato
E’ nato improvviso lieve come le tracce dei giorni cattivi sulla tua bella primavera E’ nato allegro e spiegazzato e veloce come il progetto di un film E’ nato affamato egoista incosciente e intelligente impaziente di morsi e parole Lui, goloso e geloso, é nato dalle isole calde della nostra pelle Meno male che é nato sano e che ci assomiglia meno male che c’eravamo a dargli da mangiare a dargli da sognare… Amore cosí nuovo, inaspettato liscio come una banconota mai spesa sconosciuto come il domani amore per gioco e per stare al mondo Amore cosí tuo e cosí mio che non ce n’é piú per nessuno amore sfrontato, spalancato alle stelle amore chiuso nel guscio ribelle del futuro Amore grazie di te La vita puó essere anche molto leggera…
Chiedersi scusa
Anche se c’é chi disse che amare vuol dire non chiedere mai scusa non cerco mosse o cotromosse da puffo sarebbe un tuffo nel banale mentre tu sei la mia fata fatale e prelibata capricciosa Dea Iside incazzata tu, sempre piú Sposa Reale Forse sono un bruto, un curdo sordo, un cartone animato un ignorante che fa il professore un cavallo da macello, un’ambulante fastidioso ma ti amo come il bruco nella mela come un dito ama il naso come il vento nella vela Sono il povero vecchio novencento che si pela per passare dal buco del tempo e diventare il duemila ti ringrazio senza fiori recisi di tutto quello che mi hai dato dello strazio e dei regali improvvisi delle pasticche per l’alito fetente e del bel panorama dietro l’ultimo bottone del tuo pigiamino ardente Se poi io sono un buffone con l’estrogeno impazzito il pagliaccio che fa piangere, l’omaccio cialtrone onnisciente e malvivente se la mia antenna mentale é soltanto un tappo su un fiasco vuoto se queste sono parolone parolacce e spazzatura senza tracce di luna non amarmi piú come purtroppo o per fortuna só che sai amare tu Troppo amore fa scoppiare i ranocchi e viene al mondo un mostro rosa Ma se invece il concetto é tutt’altro, spalanca occhi e bocca e la ventosa golosa gelosa ansiosa e meravigliosa in mezzo al bosco che conosco dove il trapano affannato del mio cuore si riposa Poi solo gli imbecilli non si chiedono mai scusa
Mani
Non ho mai avuto gambe veloci, dita svelte e feroci a ferire il nemico ho colpito un amico per sbaglio un piccolo taglio su uno stupido davanzale il nipote del prete con una zuccata per caso, grattandomi il naso il cervello magari é un po’ meglio Con le orecchie mi sveglio, sono bravo a imparare e queste mie mani, mai furono belle come piace alle donne ma un’utile band di dieci sorelle Che hanno aiutato il cucciolo insonne A costruire di carta, di colla e segatura con chiodi pestati per strada limatura di sogni, e chiacchiere e sevizie al mio gatto le colt 45 di B.Cody e Custer e gli archi delli indiani Casa, dolcissima casa Bologna, e bottega del nonno spartano di poche parole, nonna bionda come un sole appassito Io mite bambino giocando, sempre meno pregando E sempre piú sognando e quando fu il tempo, scrivendo e anche suonando Le mani hanno preso marciapiedi e padelle, schiaffi da bacchette e da sportelli di pullmini I pulcini hanno le gambe corte, Negrini Time goes by e non hai piú vent’anni Ne trenta ne cinquanta Ieri ho provato i miei strumenti Col pianoforte facccio mediamente finta Le chitarre digrignano i denti La grinta é piú sudore che acqua Le dieci mie vecchie sorelle A fare un barré, una mossa d’accordo carpiato Emetton rumori sinistri Ma per scrivere bastan due dita E in quello, per ora Ancora non faccio disastri
Saltimbanchi e Leoni
Saltimbanchi e leoni vengono verso i fuochi, mentre Venere scorta la Luna all’altare del sogno ma non ti basta questo? Anche alla festa del nemico peggiore nessuno di noi sparerebbe un colpo E chi lasci sull’altra sponda? I soliti piccoli stupidi barabba Allupati e charmant cuoricini firmati da scarse madri Senza passi troppo lunghi su cui tornare né terra né fuoco ne labbra né sangue da scambiare in battaglia pigramente in ombra senza toni da esagerare senza conti da rifare negli specchi che riflettono altri specchi Sbatti sullo scudo il tuo sesso migliore Va in giro nudo e ruggisci d’amore Parcheggiati di traverso Lei vuole la moto di un amante che non si nasconda piú
Le cose
E intanto le cose sono stanno essendo saranno finché ci serviranno e non si chieda loro di respirare! Magari anche lo fanno ma di nascosto, per poco e non sempre per noi, Care piccole, dure, colorate immobili cose, tu oggettino raro cosa vuoi, cosa volete, fulgenti e piú appesi che arresi magari puttanate giapponesi della nostra vita Sapessimo noi come voi pesare ogni giorno gli stessi grammi contro la terra nuda Non vi va di passare di moda con volgare preziosa dignitá Bravi oggetti che possiamo amarvi disperatamente e poi tranquillamente vi buttiamo via
Impiccarsi alla luna
Se vuoi sparisco, se ti faccio orrore puoi rifarti la facciata l’enorme cozza si tappa nel guscio, il somaro servomuto che, in foto, é meglio prenderlo di schiena il colpevole di tutto deve sparire di scena progetto interessante, impiccarsi alla luna se ce n’é ancora una C’é in giro abbondanza di stirpe umana sana allevata a psicologici prodotti naturali Annusano il mondo in cagnesco e sudano a muso duro e sorridente a pugni chiusi, con l’alito fresco sempre in forma, care dolci creature moderne Io so emettere solo melensi ruttini d’amore, ho tarme e locuste sul cuore Con le tasche sfondate, il poco é meglio del niente l’unghia sporca é nutriente Sparire, visto che sono un guasto nel tuo impianto d’amore un gusto da dimenticare Se poi sono un bambino fallito o un cartello sbiadito un bombardiere bombardato un carro armato arrugginito come puoi avermi amato?
Da quel che resta di me
Come dormi bene sulle tue guance come scricchiola viva la notte come ci si abitua a tutto! Il tempo é rotondo e lo facciamo suonare sempre piú vicini palla al centro nel buco del disco dove finirá la canzone Peccato che la puntina saltasse proprio quando ballavamo cosí bene Piccoli graffi -come fa a non cadere costui da quella sua grande imbattibile luna matura – dissero certi lodatori filosofi scrocconi
VIA DAL TAMBURO
Scappa da quel tamburo Forsennato Show L’anima in trappola sotto le macerie del corpo Due bucce di un’unica banana Domani é un altro ieri Il lupo e la tana La bambina gli mostra la luna Anime incaute cuori in offerta speciale Anime altrove Cuori bugiardi alla periferia del mio cuore Non puoi spiegarmi la mia vita Mi scuso in tre parole, sono un uomo Sei nella mia vita piú che nella tua Partire non é sempre andare via Non serve urlare x dire ti amo L’amore se risponde dice la veritá Con cosa fa rima il silenzio? L’anima dov’é, chi l’ha nascosta? Forse non so chi sono ma so chi non sono Non fatto abbastanza per vivere sottovoce Accendi la luce Ti porteró in un mondo dove manchi solo tu In paradiso su aeroplani di carta Ho sempre un piano preciso e dettagliato per sbagliare strada Mi disintegro se rallento Chi é dentro l’acquario e chi fuori? Cominceremo sempre a nuotare appena arrivati Perderai l’ombrello, la pazienza, il treno,…. Qualcuno dovrá pur farlo il buco nei CD Lascia il mestiere a chi rimane qui Greggi di capre con le corna uguali lampadine di vecchi natali soli come giornali di ieri che la gente dimentica al bar come juke box sulla spiagga d’inverno Guardare fuori da una finestra finta Scopare le reciproche solitudini Sembra che il tempo inchiodi le porte perché si nasce bene da chi sapeva amare tirati su di peso e credeva di non saper nuotare E far si che di noi ci si possa fidare La coperta é calda ma sempre un po’ troppo corta Prendi a schiaffi i fantasmi, non imitare gli orgasmi dei film Mi strafogo di te, dello smalto effervescente dei tuoi occhi Dei rintocchi violenti di noi due, scampanio di corpi C’é una finestra fra noi e il mondo Amare d’amore di carne e di cuore di debiti e di gelosia di rabbia, di pensiero e d’istinto animale Di carezze senza guanti complicitá ,smania, rinascere Nudi sotto la luna in una culla Che bello pascolare nel nulla piú vicino al mare
GONZAGA
Vi guardo allontanarvi x mano verso scuola io impalato all’angolo col bassotto che vorrebbe seguirvi; vi fermate un paio di volte, Ginny vuol salutare ancora, come per assicurarsi che io la stia ancora guardando mentre lei guarda ancora me.. Mi commuove ogni attimo scorgere la cura paziente, l’abnegazione che hai per lei. Che capolavoro la sua sfrenata allegria. Roba tua, e t’invidio: Hai dei sogni con lei e lei con te, Dalla tua testarda tenerezza é cresciuta ninnolo x ninnolo il suo caratteraccio, la sua cameretta, le sue gonne che fanno sempre la ruota ma lei si dispera per aver smagliato quel collant che era cosí bello!… Tu stai prodigando piú di quanto é umano x lei, mentre io stento a fare la mia minima parte. Io ho questa famiglia che non mi merito e di cui dovrei essere all’altezza. Base per quanta altezza? incubi, che affogo nella pancia come ratti rabbiosi perché non vi mordano perché é roba solo mia Xrché non posso nemmeno pensare che la minima mensola del vostro piccolo grande universo possa vacillare, che Gin deva un malaugurato giorno fare il bagno da sola in una vasca piú stretta dove il suo papá non ci sta piú. Adesso devo solo scrivere canzoni xché é l’unica cosa che so fare bene. Un display bianco e un po’ di solitudine forse fanno farneticare. Ma guai alle cure vigliacche di quel mio non lontano passato. Mi avete strappato fuori vivo, in quelle sabbia mobili non ci voglio tornare Se il mio inutile capoccione ogni tanto scappa a dormire, chiedo perdono. Meglio Pensionetti che farsi vedere piangere. I malanni, le patenti stracciate , gli sfratti, le figlie scomparse, le ubriacature segrete, i miei vecchietti che sono ormai al cancello d’uscita. Altri corvi fan festa sulla mia testa di imperatore degli sprechi. Ma é tutto fortunatamente un passo indietro rispetto a voi. Se la vita mi dará ancora un passaggio, sará solo x aspettare con gioia i vostri passi sulle scale mentre Leo scodinzola e abbaia. Perdona la mia rabbia a volte. Sto scoprendo molto tardi un nuovo tipo di amore. Non fatto di belle speranze ma di un dito nel buco della diga sperando che la piena smonti e non mi si allaghi il cervello Mai prima d’ora avevo pensato sinceramente che per qualcuno valesse la pena di dare la vita.
Sgrugnando
Sulla mia pizza a forma di cuore
si avventarono i saggi, gli ultimi a pensare
i primi a sbranare
Tu non dire, non fare, baciare,
no lettera o testamento
Vai pure col charter del coro dove devi andare, io dico
Dormi con loro e come loro
e poi domani
suonali forte i campanelli e poi scappa
bagnata e ubriaca
di tutte le nostre private e pubbliche lacrime
come se non ci fosse che piangere
Lasciaci tutti in mezzo alla strada
me e i miei vari me stessi
come se non ci fossi che tu
perché purtroppo ci stai essendo soltanto tu
Salvate il mio prossimo amore
da quel che resta
di me…