Covid19 – Ripartenza mondo dello spettacolo
VI PREGO DI NON DIMENTICARE LA CATEGORIA DELLO SPETTACOLO E LE LORO FAMIGLIE
Oggi voglio lanciare un appello, cari amici, unendo la mia voce a quella dei miei tanti colleghi che, in queste ore a loro volta, si stanno ponendo le stesse mie domande.
Un appello gentile, ma fermo.
C’è infatti un’intera categoria di professionisti, di lavoratori, di persone con famiglie a carico, che fra i mille progetti e ragionamenti di riapertura che si stanno facendo a Roma e non solo non è stata mai, finora, presa in considerazione.
Sono i lavoratori dello spettacolo: fermi ormai da due mesi e che rischiano di non poter lavorare per diverse altre mensilità. Sono coloro che gestiscono e fanno funzionare i service, gli autisti, i facchini e i tecnici di montaggio per palchi e strutture live, i tecnici del suono e delle luci, gli assistenti e i tecnici di palco, i backliner. Nonché ovviamente tutta una serie di musicisti: le cover band, le orchestre di liscio e piazza, i gruppi da locale, i pianisti di piano bar, molti jazzisti, moltissimi musicisti pop-rock fra cui i membri stessi della mia band; e non dimentico le orchestre sinfoniche, gli attori di teatro, gli artisti di strada, i ballerini, le scuole di danza, i protagonisti degli spettacoli per i piccoli, i Deejay, gli stessi locali dove si fa musica, teatro, arte.
Stiamo insomma parlando di migliaia e migliaia di persone, di professionisti e artisti da cui dipendono decine e decine di migliaia di famiglie. Nel mio personale caso, col tour che sarebbe dovuto partire a maggio, erano allertate almeno cinquanta professionalità. Cinquanta famiglie che a quest’ora avrebbero già avuto certezze di un contratto, ricevuto anticipi, avuto garanzia di stipendio per i prossimi mesi. Fate dunque voi, il conto di quante famiglie sono coinvolte in Italia da questo dramma, se solo per Facchinetti parliamo di oltre cinquanta.
In più, oltre che essere -giustamente, vista la situazione sanitaria- saltato per ora tutto, non si sa nemmeno se e quando le persone di cui sopra potranno tornare a lavorare. Forse (forse!) la stagione all’aperto ha delle chances, almeno al Sud, d’avere sviluppi in autunno; ma sulla ripresa delle attività al chiuso, in teatri, locali, palasport, scuole, centri culturali, sale da concerto (tutti posti che mettono in gioco altre famiglie, di camerieri, ristoratori, steward, bigliettai, guardarobieri, maschere, per non parlare degli organizzatori di eventi, tour, stagioni, festival e di chi realizza e vende merchandising, chissà cos’altro dimentico poi…), ecco, su questo fronte c’è un silenzio assoluto e imbarazzante: interrotto solo da voci incontrollate che rimandano tutto (!!!) al 2021.
Ma vi rendete conto, cari governanti italiani? Stiamo parlando di famiglie che restano senza lavoro, che non possono aspettare più di un anno senza mangiare!
Cari governanti, proprio nessuno di voi, vuol cercare di capire coi rappresentanti di categoria che ne sarà dello spettacolo? Proprio non interessano arte e cultura, in Italia?
Un’uscita dal tunnel ci sarà, ovvio; ogni tunnel mi hanno insegnato che ha entrata e uscita. E quando si uscirà, finché saremo senza vaccino, occorreranno precauzioni, nuove norme, quant’altro: certo.
Ma intanto dite qualcosa! Fate qualcosa! Formate uno dei vostri famosi tavoli anche per queste decine e decine di migliaia di lavoratori che se non lavorano non guadagnano, e se non guadagnano non mangiano. Non sono figli di nessuno, pagano anche loro le tasse.
Non parlo per Roby Facchinetti, credo che questo post sia molto chiaro. La mia voce stavolta grida per padri e madri di famiglia, per italiani che meritano che l’Italia si ricordi ANCHE di loro.
E attendo fiducioso dal governo, nazionale e locale, segnali concreti che sì, ci state pensando; che sì, state lavorando per soluzioni e tempistiche certe, adeguate, rispettose di chi fatica ogni giorno per sfamare i suoi figli anche attorno al mondo dell’arte e della cultura.
Posso contare su di voi, cari governanti, o no?
Roby Facchinetti
#seiconnoi ❓