Riccardo, fratellone mio,
qui stanno tutti aspettando lunedì sera, sai? Ma io ti conosco bene e
conosco la tua capacità unica di restare in piedi dentro i vortici di
qualsiasi tempesta, di rimanere te stesso sempre e comunque.
Nel corso della tua vita hai sempre pagato tutto quello che dovevi pagare,
ogni interesse è stato sempre saldato anche se incideva ad alto prezzo
sulla tua carriera, sulla tua anima, sulla tua pelle.
Ed è in fondo normale che ora, all’Isola, tu non stia facendo altro che
rivelare a tutti che bella persona sei.
E credimi, adesso qui tutti hanno scoperto chi è Riccardo: il Riccardo di
oggi, al di là di quello di ieri e dei luoghi comuni. Tutti, adesso, qui ti
vogliono bene: e l’hanno gridato a piena voce.
Noi due avremo tanto da dirci, ci saranno mille cose da raccontarci e tanto
ancora diranno di te tutti quanti prima che tu finisca l’avventura
sull’Isola.
L’altra sera pensavo a te, come spesso mi capita, soprattutto in questi
giorni… e mi è venuta in mente “Il ritorno delle rondini”. Sì, la tua
canzone; e la prima volta che l’abbiamo cantata insieme quando alla fine,
commossi, ci siamo abbracciati. Queste dolcissime parole le hai dedicate a
Karin, e quel brano dice tutto di quanto tu sappia amare e di quanto tu ami
lei e i tuoi figli, Alessandro e Michelle. Sono loro, oggi, la tua vera
ragione di vita.
Quindi rimani pure lì finché devi, Riccardo, ti meriti un grande finale, un
finale bello, giusto, vero come sei tu. Quando poi tornerai, allora
leggerai fra le mille cose anche questa mia lettera. Una lettera inviata
col cuore e col pensiero da un fratello a un fratello. E allora potremo
parlarne, seguendo insieme con lo sguardo le tue rondini, immerse
nell’azzurro.
Ti voglio bene.
Roby