Lettera a Riccardo
Lettera a Riccardo: Ciao Riccardo, ciao fratellone…
Siamo ormai a poche ore dal debutto del tour, e dentro di me l’esigenza di scriverti una lettera aperta si è trasformata in un oceano di emozioni e parole che non mi era proprio possibile tenere per me.
Sono tantissime le cose che ti vorrei scrivere, fratellone. Ci siamo ritrovati dopo quarantatré anni viaggiati per strade parallele, e questo è stato solo uno dei tanti regali della réunion dei Pooh: però il nostro rapporto molto speciale per l’occasione è stato in fondo solo rinsaldato. Io e te non ci eravamo mai allontanati davvero, nell’anima.
Quanto sono stati belli, ricordi?, i primi sette anni dei Pooh vissuti insieme… Non potrò mai dimenticare quel nostro entusiasmo, la nostra voglia di trasformare l’amore per la musica in un mestiere concreto. Non eravamo gli unici, anzi: in quanti si sognava allora di diventare musicisti, quante migliaia di gruppi hanno provato a spiccare il volo in quegli anni… Eppure noi siamo ancora sulla strada, come cantavano i Pooh: e lo siamo grazie a quegli anni, proprio anche perché all’epoca abbiamo affrontato e superato, insieme, decine e decine di difficoltà. Allora per me e te era normale, saltare il pranzo o la cena; e non rappresentava un problema dormire in furgone, non avendo soldi per una pensioncina e men che meno per un albergo, fosse pure di infima categoria. A quel tempo poi solo noi due avevamo la patente: e ricordo che ci alternavamo al volante del furgone del gruppo senza spaventarci mai, anche se magari si doveva andare dalla Sicilia alla Val d’Aosta e ritorno, guidando due giorni senza sosta. Proprio in quei viaggi, io e te ci siamo raccontati le nostre vite: l’infanzia, i genitori, le famiglie, i sogni, chi era davvero Roby e chi era davvero Riccardo. Per poi, alla fine dei lunghissimi viaggi, senza tecnici né aiutanti scaricare il furgone, montare palco e strumenti, esibirci, smontare tutto e ricaricarlo sul furgone. Ma quanto abbiamo imparato, in quei giorni duri. Abbiamo capito chi eravamo e chi volevamo essere, abbiamo iniziato a comprendere il pubblico, abbiamo appreso il mestiere della musica. Tutto sulla nostra pelle, ora per ora, chilometro per chilometro, goccia di sudore per goccia di sudore. Poi, finalmente il grande successo con “Piccola Katy”, cantato proprio da te caro Riccardo, il primo posto in Hit Parade, con “Tanta voglia di lei”, con i nostri abbracci commossi per la gioia e poi ancora primi con “Pensiero”, i due straordinari album: “Opera prima” e “Alessandra”, e noi Pooh in cima a tutte le classifiche. La nostra felicità toccava il cielo con le dita !!!
E oggi, questa nostra tournée “Insieme”, mi rimanda tantissimo ai nostri inizi l’uno accanto all’altro. Questo tour è un ricominciare, per noi: senz’altro almeno nella misura in cui, lo so, saliremo sul palco martedì con lo stesso spirito di allora, quell’immutata passione, un’identica voglia di imparare e di metterci in gioco senza paure, lo stesso desiderio di allora di dimostrare quello che sappiamo fare.
Caro Riccardo, sono veramente felice di questa ulteriore esperienza condivisa con te. Quello di oggi è un altro percorso difficile, come nel 1966, certo: ma evidentemente le cose facili non ci piacciono… E poi ne vale la pena, no??? Il palco è la nostra vita: è bellissimo, ora, tornare insieme a regalare il meglio di noi a quel magnifico pubblico che tanto ci ama.
In bocca al lupo, dunque, fratellone. Facciamoci valere fino in fondo anche questa volta. Gridiamo insieme dal microfono la nostra passione, e una volta di più dimostriamo al mondo chi siamo, nella vita e nella musica.
Ti abbraccio forte.
Tuo fratello,
Roby
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